In alcune tabelle della banca dati compare la dicitura "Area metropolitana torinese". Salvo esplicite indicazioni, essa comprende Torino e i 53 comuni della prima e seconda cintura: Airasca, Alpignano, Avigliana, Baldissero Torinese, Beinasco, Borgaro Torinese, Brandizzo, Bruino, Buttigliera Alta, Cambiano, Candiolo, Carignano, Carmagnola, Caselette, Caselle Torinese, Castiglione Torinese, Chieri, Chivasso, Ciriè, Collegno, Druento, Gassino Torinese, Grugliasco, La Loggia, Leinì, Mappano*,Moncalieri, Nichelino, None, Orbassano, Pecetto Torinese, Pianezza, Pino Torinese, Piobesi Torinese, Piossasco, Poirino, Rivalta di Torino, Riva presso Chieri, Rivoli, Robassomero, Rosta, San Francesco al Campo, San Maurizio Canavese, San Mauro Torinese, Santena, Settimo Torinese, Trofarello, Venaria Reale, Villarbasse, Villastellone, Vinovo, Volpiano, Volvera. *Con la Legge Regionale n. 1 del 25/01/2013 viene istituito il comune di Mappano, attraverso lo scorporo di parti di territorio dai comuni di Caselle Torinese, Borgaro Torinese, Settimo Torinese e Leinì. Solo il 21 febbraio 2017 il nuovo comune diventa operativo, a seguito della rinuncia del ricorso al contenzioso di alcuni comuni contrari allo scorporo. I dati relativi al comune di Mappano sono disponibili dall'anno 2017.
Le Città metropolitane sono state istituite il 1° gennaio 2015 con la legge n. 56/2014, meglio conosciuta come legge Delrio, entrata in vigore il 7 aprile 2014. Nelle regioni a statuto ordinario sono state individuate dieci Città metropolitane, il cui territorio coincide con quello della provincia omonima: Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Torino, Venezia, più Roma capitale con disciplina speciale. La legge prevede l'istituzione di altre città metropolitane anche nelle regioni a statuto speciale. All'interno del Rapporto Giorgio Rota e della banca dati presente in questo sito, si intendono le seguenti quindici città italiane: Torino, Genova, Milano, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari. Si tratta delle principali province dove, fino al 2014, si era intrapreso un percorso di individuazione delle rispettive aree metropolitane.
La Città metropolitana è un ente di secondo livello, che si basa, cioè, sull'elezione indiretta dei suoi organi. Questi ultimi sono: il sindaco (lo è, di diritto, il sindaco del comune capoluogo), il consiglio metropolitano (rimane in carica cinque anni ed è l'organo di indirizzo e controllo, propone alla Conferenza lo Statuto e le sue modifiche, approva regolamenti, piani e programmi) e la conferenza (rappresenta l'organo consultivo e di proposta, composto dal Sindaco metropolitano e da tutti i sindaci dei Comuni appartenenti alla Città Metropolitana).
La Legge 56/2104 assegna alle Città metropolitane tre finalità istituzionali generali:
• cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano;
• promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città metropolitana;
• cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, ivi comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee.
Perché possano perseguire tali finalità, la legge attribuisce alle Città metropolitane le funzioni fondamentali delle Province, più una serie di ulteriori funzioni fondamentali:
• adozione e aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano, come atto di indirizzo per l'ente e per l'esercizio delle funzioni dei Comuni e delle Unioni di comuni compresi nel suo territorio;
• pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all'attività e all'esercizio delle funzioni dei comuni compresi nel territorio metropolitano;
• strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici (ad esempio, predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di ser-vizio, di organizzazione di concorsi e procedure selettive);
• mobilità e viabilità;
• promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, anche assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della città metropolitana come delineata nel piano strategico;
• promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano.
Con comuni metropolitani, all'interno del Rapporto Giorgio Rota e della banca dati presente in questo sito, si intendono i comuni capoluoghi delle seguenti quindici città italiane: Torino, Genova, Milano, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari. Si tratta delle principali città dove, fino al 2014, si era intrapreso un percorso di individuazione delle rispettive aree metropolitane.
Questa grandezza comprende gli ingressi con titolo più gli ingressi in abbonamento. L’indicatore esprime il numero complessivo dei partecipanti alle manifestazioni per le quali è previsto il rilascio di titoli d’accesso, a pagamento e gratuiti (Fonte: SIAE).
I musei e i siti archeologici statali sono quelli direttamente gestiti dal Ministero per i beni e le attività culturali. Sono pertanto esclusi da questa classifica tutti i musei privati, ma anche quelli regionali, provinciali, comunali ed ecclesiastici o semplicemente partecipati dal Ministero (fa eccezione il Museo Egizio di Torino, che prima era statale e ora è gestito da una fondazione). Attualmente non esiste un repertorio statistico completo e aggiornato con i dati di tutti i musei, sia statali sia non statali; in passato l'Istat ha condotto una ricognizione del patrimonio museale non statale nel 2006 e nel 2011 e, fino al 2008, il Touring Club diffondeva la graduatoria completa dei musei italiani più visitati, dalla quale risultavano al primo posto i musei vaticani.