L'Istat elabora due indicatori che stimano il livello di povertà nel nostro Paese (dati dal rapporto tra il numero di famiglie con spesa media mensile per consumi pari o al di sotto della soglia di povertà e il totale delle famiglie residenti): 1- Incidenza della povertà assoluta, calcolato sulla base di una soglia corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile. Sono classificate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia (che si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e per ampiezza demografica del comune di residenza). 2- Incidenza della povertà relativa (percentuale di famiglie e persone povere) calcolato sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è posta pari alla spesa media mensile per persona nel Paese. Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come povere. Per famiglie di ampiezza maggiore il valore della linea si ottiene applicando un’opportuna scala di equivalenza che tiene conto delle economie di scala realizzabili all’aumentare del numero di componenti.
A partire dall’anno 2014, la fonte dell’elaborazione è l’Indagine sulle spese delle famiglie, che ha sostituito l'indagine sui consumi delle famiglie. Le sostanziali modifiche introdotte hanno reso necessario ricostruire le serie storiche della povertà assoluta a partire dal 2005. I confronti temporali tra le stime del 2014 e quelle degli anni precedenti possono dunque essere effettuati esclusivamente con i dati ricostruiti in serie storica. Fonte: Istat.
Il ricovero si distingue tra il ricovero ordinario, che prevede il pernottamento nella struttura ospedaliera, ed il ricovero in day hospital, caratterizzato al contrario dalla presenza in ospedale solo per una parte della giornata.
Il ricovero si distingue fra ricovero ordinario e ricovero in day hospital (vedi voce). Il ricovero ordinario è definito come l'ammissione in ospedale con pernottamento (il paziente vi trascorre almeno una notte). I ricoveri possono anche essere classificati per la causa di ricovero ossia per la diagnosi principale alla dimissione. In questo caso, i ricoveri si distinguono fra: ricoveri di lungodegenza, ricoveri di riabilitazione, ricoveri per acuti e ricoveri per la nascita di un bambino. I ricoveri di riabilitazione sono i ricoveri di pazienti dimessi da reparti appartenenti alle discipline unità spinale, recupero e riabilitazione funzionale, neuroriabilitazione, sia i ricoveri effettuati in istituti di sola riabilitazione (esclusa la lungodegenza). I ricoveri per acuti sono tutti i casi dimessi da reparti diversi da quelli classificati come riabilitativi o di lungodegenza. Nei ricoveri per acuti sono esclusi, anche, i ricoveri per la nascita di un bambino. Fonte: Ministero della salute.
I Sert (Servizi per le Tossicodipendenze) sono i servizi pubblici del Sistema sanitario nazionale dedicati, prevalentemente, alla cura, alla prevenzione e alla riabilitazione delle persone che hanno problemi conseguenti all'abuso di sostanze stupefacenti (droghe o alcol) che generano dipendenza. Taluni Sert si occupano talvolta di altre forme di dipendenza, come quella da gioco d'azzardo.
Indica gli anni di vita che restano mediamente da vivere ai sopravvissuti ad una data età. La speranza di vita che viene calcolata più diffusamente è quella alla nascita che esprime il numero medio di anni che una persona può aspettarsi di vivere al momento della sua nascita in quel paese in base ai tassi di mortalità registrati nell’anno considerato. Solitamente la speranza di vita viene elaborata distinguendo fra genere.